Ligher

Alle quattro del mattino sono già sveglio con in mente il sentiero ed il dislivello che mi aspettano. Senza fare rumore e senza accendere alcuna luce mi alzo furtivo come un ladro e mi preparo. 
Allaccio gli scarponi al buio e mi avvio lungo il sentiero che sale alla Motta, la poca luce della pila frontale scarica e della luna che ogni tanto sbuca dai rami e dalle nuvole mi aiutano a non inciampare. Provo senza successo a fare una foto con il cellulare alla luna che si specchia nel lago delle Fate, peccato perchè sarebbe una foto stupenda, la prossima volta porterò con me la macchina fotografica! 
 
La luna che si specchia
 
Poco oltre le baite di Crocette, dopo aver superato il torrente, prendo il sentiero che sale sulla destra, il cartello dice che si arriva fino al Pizzo Nero, interessante. Il pascolo lascia subito il posto alla boscaglia e dopo pochi tornanti mi trovo in mezzo ad un prato di ortiche che mi solleticano le gambe anche attraverso i pantaloni, lunghi per fortuna. Forse ho già perso il sentiero, torno sui miei passi e provo a seguire una traccia che sale più decisa e mi porta ad una vecchia baita circondata da una folta vegetazione, superati alcuni gradini il sentiero prosegue nella boscaglia. Qualche segno bianco e rosso mi dice che vado bene, anche se il più delle volte procedo nell’erba alta e bagnata, il sentiero prende quota rapidamente e di fianco è sempre presente la cascata. 
 
Complimenti a chi è riuscito a immaginare un passaggio in un posto così!

Intanto arrivano i primi raggi di sole nella valle e sulle montagne intorno, io salgo nell’ombra ma forse è meglio così. In alto si vede l’alpe Caspisana oltre il torrente e la val Quarazza in basso, ho già salito i primi 400m e va bene così, ma poi me ne restano MILLE, come canta Orietta! 
Il panorama è fantastico a quest’ora, speravo di salire più in fretta ma il sentiero non concede distrazioni, arrivo all’altezza di Caspisana dove si comincia ad attraversare il torrente, sempre salendo aggirando i salti di roccia. 
 
Arriva il sole e la valle si colora!
 
Alle 7.30, circa raggiungo il primo laghetto, piccollino e con un po’ di neve vicino, per gli altri c’è da salire altri cento metri, per oggi va bene così tanto il Pizzo Nero ormai è nelle nuvole; una piccola pausa foto e snack e inizio la discesa. 
 
 
I conquistatori dell'inutile (cit. L.Terray) - La pozza è il laghetto

Mi illudo di poter fare in fretta così parto seguendo i segni, il torrente Quarazza è appena li sotto, vado spedito: una roccia, un prato, i rododendri e poi vedo i ruderi delle baite del Ligher che salendo mi ero perso, li lascio dietro e seguo una traccia che mi porta scendendo in mezzo alla valle: i segni? Quando ho visto l’ultimo? 
 
Sotto il torrente Quarazza, i puntini nel prato in mezzo sono le baite di Caspisana
 
Bravo, e adesso? Adesso ai 1400m di dislivello ne aggiungo altri 100 per tornare a quel che rimane delle baite del Ligher dove con sollievo vedo un segno bianco e rosso! Anche stavolta gli amici del Soccorso Alpino non dovranno uscire per me! Riprendo la giusta via con il proposito di avere sempre almeno un segnavia in vista, o quasi. 
 
Se vedi il segno bianco e rosso trovi il sentiero!

Il resto della discesa procede bene, anche se lento. Correre su questo sentiero non è molto sano. Raggiungo il sentiero della val Quarazza e benchè non abbia ancora incontrato nessuno mi sembra di essere tornato nella civiltà dopo questa stupenda avventura nel wilderness! 
 
Un caffè in uno dei Bar della val Quarazza sarebbe meritato, ma ho dimenticato la mascherina, mannaggia al COVID! 
 
Arrivederci al prossimo itinerario

 

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